Bambini e ragazzi tra TV, INTERNET e VIDEOGIOCHI: L’ECCESSIVO CONSUMO induce effetti negativi sia ... sia ...
effetti negativi sia sulla formazione della materia bianca del cervello del bambino sia sui comportamenti adolescenziali; rapporto con il bullismo, il rapporto con la famiglia, con il sesso, fumo, alcol e droghe.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 2025.11.10; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: manipolazioni da social network; Facebook,
↑2025.11.10 <sussidiario> a scuola si può/deve fare educazione all'affettività detta anche educazione sessuale: la riflessione di un pediatra. Per educare anche in quest'ambito e aiutare a trovare delle strade personali e sociali, occorre un luogo vivo. La scuola lo è? Ci sono tanti insegnanti coraggiosi e attraenti, ma la scuola, da “centro di piacere” (greco scholè) in cui gli alunni vanno per loro gusto, si sta tramutando in un mondo tecnologico per “stare al passo coi tempi” dominati dalle "tre I" (inglese, internet, industria). E la famiglia? I pediatri vedono troppi ragazzi pieni di ansia, che ricorrono a espedienti in sostituzione di chi non li sa accompagnare nella loro trasformazione, figli con genitori carenti-assenti o assorbiti da videogiochi e da mode autoreferenziali. [CzzC: l'emergenza educativa è genitoriale forse più che adolescenziale]
↑2025.08.24 <meeting> stregati dalla miniserie Adolescence; l’io non può risolversi da sé; Lorenzo Bassani, neuropsichiatra infantile; Domenico Fabio Tallarico, insegnante e rettore Scuole Sacro Cuore, Cesena: i social non sono sociali, la comunità non è comune, la famiglia non è casa; ragazzi e adulti chiusi nella loro solitudine: come aprirsi all’altro?
↑2024.12.18 <cs.livatino google> “HIKIKOMORI” significa “stare in disparte”: descrive un comportamento di isolamento volontario che colpisce principalmente adolescenti e giovani adulti, i quali scelgono di ritirarsi dalla vita sociale, spesso confinandosi in casa per periodi prolungati e comunicando solo attraverso sistemi informatici. Questo fenomeno crescente (~60k in IT) solleva questioni sul piano sociale, psicologico, giuridico e filosofico.
↑2021.08.12 <oggi> Limiti ai videogiochi: perché l'Italia non fa come la Cina? Pechino impone ai minorenni identificazione e non più di 90 minuti al giorno. Inoltre è vietato giocare durante la notte. Risponde la psicoterapeuta Maria Rita Parisi. [CzzC: da noi imperano ancora i contagiati dal vietato vietare, e subiamo le relative conseguenze]
↑2020.04.14 <yt> Carmelo, uno studente del MIT Media Lab, mostra come chiunque possa imparare a creare videogiochi, parlando ai computer attraverso i linguaggi di programmazione. Con quali programmi? Ad esempio construct
↑2019.11.04 <MIT, notiziescientifiche> <MIT, notiziescientifiche> il Tempo davanti ad uno schermo può cambiare fisicamente cervello dei bambini, un cervello che è naturalmente in fase di sviluppo, come rileva uno studio pubblicato su JAMA Pediatrics: «Screen time might be physically changing kids’ brains». È innegabile l’esistenza di un legame tra un utilizzo più elevato degli schermi e una minore integrità della sostanza bianca nei bambini, almeno in quelli osservati ai fini dello studio. E non si tratterebbe solo di un cambiamento strutturale: quest’ultimo sembrerebbe riflettersi nei risultati dei test cognitivi che gli scienziati hanno fatto ai bambini. I bambini che passavano più ore davanti ad uno schermo mostravano infatti livelli di abilità linguistiche e di alfabetizzazione più bassi.
↑2009.12.18 <avvenire pag 7.pdf>: gli effetti negativi dell'eccessivo consumo su comportamenti adolescenziali: rapporto con il bullismo, il rapporto con la famiglia, il sesso, fumo, alcol e droghe
↑2009.12.17 <repubblica> Adolescenti stregati da internet e tv: l'indagine condotta dalla società italiana di pediatria su un campione di 1300 studenti tra i 12 e i 14 anni; Il 7% sta quattro ore al giorno al monitor. La televisione si guarda a pranzo e in chat si parla con "chissachi". Aumentano i rischi e diminuisce la percezione del pericolo