modificato 16/07/2015

Wael Farouq «Non esistono un buon Islam e un cattivo Islam».
E dunque?

 

Correlati: dialogo interreligioso; male fisico mandatorio

 

 

Pagina senza pretese di esaustività o di imparzialità: link e commenti blu sono miei(CzzC)

 

 

Ti credo, caro Wael Farouq quando dici «Non esistono un buon Islam e un cattivo Islam. Esistono solo le persone ...». Ma sai che non basta, sai che occorre una proposta efficace per correggere gli errori causa delle efferatezze disumane; occorre un giudizio responsabilmente operativo, non solo smarcante.

 

 

<vita.it>: Wael Farouq 12/01/2015 Tgcom24: «Non esistono un buon Islam e un cattivo Islam. Esistono solo le persone ... Da musulmano sono più offeso nel vedere questi militanti islamisti che nel vedere quelle vignette. Ogni musulmano che rinuncia a giudicare quello che è successo sta con questi assassini».

[CzzC: caro Wael, ti credo, ma più della rinuncia a giudicare farebbe male un finto giudizio o un giudizio sbagliato per il bene comune: un giudizio sensato sugli errori altrui o propri non può prescindere dalla proposta di un metodo efficace di prevenzione dei medesimi: quale sarebbe la tua proposta operativa? Mi permetto di suggerire la mia dopo opportuno discernimento del contesto.

IL CONTESTO DELLA PROPOSTA

- La civiltà umana dall’epoca delle caverne ha imparato progressivamente che non può reggere nel rapporto n:n senza individuare ben precisi responsabili sia della cosa pubblica sia delle correnti di pensiero (socio-politico, laico o religioso, guerresco o pacifico; perfino le api e i lupi si rifanno a una guida per meglio sinergizzare); ad esempio?

-  non solo tra gli islamici, come ci indichi tu, ma anche tra i PDini o i leghisti o i 5stelle o i cattolici o gli Anglicani ci sono persone sagge proattive per il bene comune ed altre assai meno buone o addirittura malefacenti al prossimo: talvolta ci basta la percezione media della qualità degli aderenti a quelle aggregazioni di ideo-prassi per orientarci nel giudizio di merito, ma il giudizio che informa le nostre preferenze o critiche baseremmo soprattutto su cosa insegnano in scritto, detto e fatto i responsabili di quelle aggregazioni;

- tale approccio valutativo riusciamo ad adottare per quasi tutte le summenzionate aderenze (osserveremo le indicazioni operative delle segreterie di Renzi, di Salvini, di Grillo, del Papa, della Regina Elisabetta ...) ma non per l’islam dove si può scrivere, dire e fare tutto e il contrario di tutto senza che le vittime di errate interpretazioni possano prendersela con un responsabile ben preciso come sopra esemplificato che corregga

- gli scritti (ce ne sono che prescrivono male fisico ad inermi innocenti e non vediamo concili che stabiliscano quali bestiali prescrizioni scritte siano destituite di fondamento);

- gli ammaestramenti (giovani islamici tolleranti vanno a studiare al Cairo o a Casablanca e tornano integralisti);

- le azioni: piazze e moschee inneggiano alle efferatezze dei terroristi in tanti stati del mondo, guidate da autorità religiose; alcune di queste lanciano fatwe micidiali non smentite da altre correligionarie autorità; statuti costituzionali vergano l’annichilimento dello stato confinante; le monarchie del Golfo finanziano i terroristi divenuti Isis e Boko Haram.

- Caro Farouq, conveniamo che siano tanti i buoni islamici al mondo, ne ho di amici, ne ho avuto di ottimi allievi, ma ti chiediamo se ti bastasse la quasi anarchia per una credenza in nome della cui lettera si sterminano centinaia di migliaia di inermi, come Hitler sterminava con la croce uncinata, come Stalin e Pol Pot sterminavano con falce e martello pentappuntiti.

LA PROPOSTA (qui dibattuta anche con un sostenitore del dialogo interreligioso):

- per ciascuna corrente dell’islam (come già vale per altre confessioni), si presenti al mondo un responsabile della relativa dottrina (vedi Tavola Valdese per i Valdesi, il Patriarca per gli Ortodossi, il Dalai Lama per i Buddisti, MK per i Luterani, ..., con libertà per ogni credente di riconoscersi dove meglio si sente);

- ogni religione del mondo, incluso l’islam, abolisca quantomeno il male fisico che attualmente comminasse alle persone che cambiassero credo, il che almeno per rispettare l’Art.18 della dichiarazione universale dei diritti umani;

- mi diresti che oggi sarebbe utopia? Potrebbe, invero, essere più utopica la presunzione di far ridurre il male arrecato all’umanità in nome dell’islam senza prima rimuovere questi macigni dalla strada della civile convivenza; i have a dream: ONU_2;

- confidiamo in saggi islamici di cultura come te, altrimenti, chi altri al mondo potrebbe indurre cotali minimali riforme nell’islam? Gli infedeli?].