modificato 16/09/2017

 

Il Card Scola 2012 critica il registro delle coppie di fatto: polemiche

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traggo da agi.it (Agenzia giornalistica Italia) Milano Notizie

 

Lombardia: card. Scola critico su coppie fatto, polemiche Milano

20:23 28 MAR 2012

 

(AGI) - Milano, 28 mar. - Non sono cadute nel vuoto le parole del cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano che in un'intervista a Famiglia Cristiana critica la decisione di alcuni Comuni di istituire il registro delle coppie di fatto.

  Scola aveva parlato di "grave rischio di imporre alla societa' scelte ideologiche", aggiungendo che "il nome famiglia non si addice ad altre forme di convivenza. Ostinarsi a utilizzarlo confonde e finisce con lo svuotare i preziosi fattori costitutivi della vera famiglia". [CzzC: anni fa si poteva forse parlare ancora così, ma oggi questo argomentare risulta spiazzato sul piano legale dl pronunciamento UE 13/03/2012: i colonizzatori del significato delle parole si sono affrettati a concludere l’usucapione, mentre gli usurpati non usarono altrettanta preveggenza e solerzia nel difendere anche sugli intendimenti legali il millenario patrimonio semantico del termine famiglia: fossero almeno riusciti a far definire due tipi di famiglia! Presi a non concedere pari diritti, han beccato una doppia sconfitta, e quella sul significato delle parole è ancora più grave, perché sono il veicolo dell’educazione e quindi della costruzione della visione del mondo. Io avrei ceduto (ad esempio coi DICO), concedendo la parità di diritti (eccetto quello di adozione per gli omosex) a forme diverse di famiglia, se ci avessero concesso in contropartita di riservare al termine famiglia il significato naturale millenario etero-genitoriale con pubblica promessa di fedeltà, ed avessero introdotto un altro termine per le altre forme di convivenza; il pronunciamento UE 13/03/2012 ha sepolto questa possibilità e dunque le considerazioni del cardinale, che sembrano ignorarla, appaiono svuotate, fuori tempo, fuori norma]

Poi riguardo al ruolo dei Comuni aveva aggiunto: "Generare e riconoscere veri e propri diritti soggettivi non e' oggetto proprio di provvedimenti amministrativi, questo e' il compito del potere legislativo. Mi pare che operazioni di questo tipo possiedano una preoccupante connotazione ideologica che, nel caso in questione, contraddice la stessa Costituzione italiana".

Apprezzamento alle parole dell'Arcivescovo, arrivano dal presidente della Provincia di Milano, Guido Podesta' che afferma: "Condivido le parole di Scola e vorrei ribadire che il termine famiglia non deve essere confuso con altre forme di convivenza - scrive in una nota -, da rispettare, ma gia' tutelate sia dalla Costituzione sia dalla Carta europea". [CzzC: anche queste affermazioni dopo il pronunciamento UE 13/03/2012 appaiono spiazzate e fuori tempo/norma]

Il vicecapogruppo del Pd in Provincia, Roberto Caputo, invece, esorta il Comune di Milano ad andare avanti con il registro e a dare un 'segno di civilta''. "Un grande rispetto per le parole del Cardinale Scola - scrive Caputo in una nota - vorrei ricordare pero' che in Italia e' in vigore una legge del 1958 voluta dal governo monocolore Dc presieduto da Adone Zoli che definisce la famiglia anagrafica come 'un insieme di persone legate da vincolo di matrimonio, parentela, affinita', adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune'. Parole del lontano '58 che aprono la strada in materia".

Sulla stessa linea l'Arcigay di Milano. "La Costituzione riconosce la famiglia come societa' fondata sul matrimonio - afferma Marco Mori, presidente dell'Arcigay di Milano - la recente sentenza della Cassazione e la sentenza della Corte Costituzionale del 2010 dicono chiaramente che il concetto di famiglia non e' cristallizzato nella societa', ma al contrario si evolve, e la Costituzione per giunta nell'articolo 29 non parla del sesso dei coniugi". [CzzC: anche qui vedo responsabilità degli usurpati: non v’è dubbio che i padri costituzionalisti, forse anche quelli di area PC, intendessero eterosex la famiglia, ma un accorto legale avrebbe dovuto specificare; quando negli anni cominciarono ad emergere intendimenti difformi, perché non s’è scritto il discernimento allora omesso probabilmente perché ritenuto superfluo? Verba volant, come quelle di Monti che dice che l’IMU non si applica alle scuole paritarie, ma non lo ha scritto nel decreto e vedrai che montatura di equivoci sorgerà per goduria degli avvocati, in simmetria contraria del “senza oneri per lo stato” all’art.33 della Costituzione; mi chiedo dove avessero la testa certi democristiani quando l’ala opposta della costituente riuscì ad omettere o a forzare certe precisazioni]