modificato 25/05/2016

 

La frequenza ai sacramenti, la messa domenicale, l’abitudine alla preghiera non sono sufficienti ...

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Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

Piergiorgio Cattani sul settimanale diocesano VT#19/2014 sostiene che nelle parrocchie manca un’adeguata formazione per gli adulti: la nostra diocesi presenta una ricchissima offerta di incontri, ma si tratta soltanto di iniziative saltuarie, spesso non collegate tra di loro e comunque abbastanza dispersive. La frequenza ai sacramenti, la messa domenicale, l’abitudine alla preghiera non sono sufficienti per compiere la missione a cui siamo chiamati; forse bastano per sentirsi a posto con la propria coscienza o con le “regole” della Chiesa. [CzzC: forse Cattani per formazione degli adulti intende quella fatta da questo catechista adulto suo fan: gli pongo alcune domande in tentativo di correzione fraterna]

 

 

Traggo da Vita Trentina#19p38 11/05/2014; in aiuto al discernimento e con i soliti intendimenti qui precisati commento e pongo domande all’autore che risponde.

Una formazione necessaria – occorre contrastare l’analfabetismo religioso

Da qualche tempo sappiamo ormai che l’evangelizzazione missionaria non è appannaggio esclusivo di religiosi che lasciano la propria terra per andare lontano varcando deserti e oceani, ma coinvolge ogni cristiano svolgendosi per le strade della città in cui si abita, tra gli amici, sul luogo di lavoro. Restando a casa possiamo essere missionari. Ma per fare questo dobbiamo andare fuori da noi stessi verso le periferie esistenziali che sono vicine, vicinissime.

Negli scorsi giorni sono usciti nuovi studi che testimoniano l’assoluto analfabetismo degli italiani nei confronti della religione cristiana. Qui ovviamente non si tratta di fede ma di cultura generale: confondere il Vangelo con l’intera Bibbia, Giovanni Battista con il quarto evangelista, Mosé con Gesù diventa un’ignoranza banale di cui non preoccuparsi più di tanto. I bambini non imparano più a memoria le preghiere, mentre i ragazzi cominciano a fare fatica a decifrare simboli che fino a ieri facevano parte della vita di ciascuno fin dall’infanzia.

[CzzC: non è vero che l’analfabetismo religioso sia assoluto in IT; ti chiedo se non trovi più vera, invece, la correlazione tra sua crescita in occidente e lo svuotamento delle chiese: queste erano e sono ancora oggi luogo prevalente di alfabetizzazione religiosa, come i luoghi di culto di altre religioni. E’ ovvio che sarebbe opportuno alfabetizzare di cristianesimo anche fuori delle chiese, ma, come cercherò di dimostrarti fra poco, la domanda prevalente che sentiamo porre ai formatori da parte dei discenti adulti non è di avere più riunioni di formazione, ma di essere meno confusi da insegnamenti contraddittori e di avere insegnanti che attingono dai Santi e dalla guida petrina più che da accademie tipo ISR-FBK pro Rousseau e cultura dominante].

Non bisogna scandalizzarsi né gridare alla secolarizzazione. Non credo poi che serva neppure un atteggiamento di superiorità, quasi che noi fossimo titolati a dare lezioni di religione o di fede, quasi che non avessimo dubbi o incertezze. La prima missione la dobbiamo fare dirigendoci al centro del nostro cuore, per capire bene per chi o per cosa batte. La seconda missione è di tutta la Chiesa verso se stessa in un’opera continua di aggiornamento, formazione, purificazione, ringraziamento, lode a Dio, azione di grazia, servizio verso tutti gli uomini. Ogni cristiano - e la Chiesa tutta - deve convertirsi ogni giorno. Chi si ferma è perduto: per chi si è incamminato sulla strada di Dio questo proverbio è davvero azzeccato.

È necessario che i credenti abbiano la consapevolezza che la frequenza ai sacramenti, la messa domenicale, l’abitudine alla preghiera non sono sufficienti per compiere la missione a cui siamo chiamati; forse bastano per sentirsi a posto con la propria coscienza o con le “regole” della Chiesa. Se così non fosse, se ci considerassimo già arrivati la nostra fede piano piano vacillerebbe e la nostra testimonianza si spegnerebbe inesorabilmente. D’altro canto anche una ricerca individuale non è sufficiente. La fede cristiana è sempre ecclesiale.

[CzzC: prima ci dici che non si tratta di fede ma di cultura generale, poi richiami bene al cuore della fede, che è proprio al centro del nostro cuore, l’affezione a Cristo, il quale ben sai che ci diede due soli comandamenti inscindibili, preghiera e carità, e dunque ti chiedo se non ti paresse di indurci in confusione scindendo l’abitudine alla preghiera dalla missione, relegando la frequenza ai sacramenti a sistemazione di coscienza reguleia e facendo surrettiziamente supporre che la testimonianza sia sostenuta, più che dalla suddetta affezione, dal non sentirsi arrivati, dal non averla appieno, dai dubbi. Ti chiedo se ritieni che il Papa abbia inserito l’indietro tutta quando dice che per conoscere Gesù bisogna pregarlo col cuore, celebrarlo coi sacramenti e imitarlo con la vita]

Qui però arrivano i problemi maggiori. Nelle parrocchie manca un’adeguata formazione per gli adulti. La questione più grave resta la discrepanza tra una società frammentata e parcellizzata e una pastorale ecclesiale che tende a incasellare in categorie ben definite: giovani, famiglie, anziani, malati e così via….

[CzzC: solitamente sgamo le gratuite allusioni detrattive chiedendo di esemplificare: ti chiedo di citarmi due parrocchie trentine dove tu veda particolarmente mancante la formazione degli adulti: narrerei loro come si posa fare un incontro di formazione ogni giovedì sera delle settimane di Avvento e di Quaresima, più 5 incontri di formazione ai genitori dei ragazzi fino alla 2ª superiore di cui due fuori sede per un’intera domenica con le famiglie al completo, più gli incontri decanali e alcuni proposti da Diocesi]

Invece chi sta fuori da questa struttura organizzativa fatica a trovare opportunità di approfondimento. Certamente la nostra diocesi presenta una ricchissima offerta di incontri, convegni, eventi in cui si parla di argomenti religiosi, ma si tratta soltanto di iniziative saltuarie, spesso non collegate tra di loro e comunque abbastanza dispersive.

[CzzC: ti considero quantomeno ingeneroso verso le iniziative di formazione che la Diocesi organizza e ci offre e ti chiedo di esemplificare e dunque di citarmi due adulti di due parrocchie diverse che fatichino a trovare opportunità di approfondimento: saremmo in tanti, non solo l’Uff.Catechistico diocesano, capaci di alleviare la loro fatica a trovare opportunità di approfondimento, anche se non  potremmo accollarci per loro la fatica della fruizione di tali opportunità].

Non ci sono forze adeguate per garantire che in ogni parrocchia ci siano occasioni affinché ogni credente possa, nel giorno dopo giorno, approfondire la propria fede.

[CzzC: quando nell’azienda dove lavoravo qualche quadro lamentava carenza di forze adeguate, il suo responsabile gli chiedeva se si preoccupava di creare posti per amici più che di gestire meglio il lavoro dei suoi collaboratori. Non credi che tante parrocchie potrebbero sinergizzare con le confinanti a meno di 10 km? Non si lamentano così per la carenza di forze adeguate i preti e catechisti cui sono affidare aree di migliaia di km². Chi si ritenesse in dovere di garantire a tutti le occasioni adeguate che sottaci, sarebbe un presuntuoso: a Gesù bastò proporsi a pochi per il bene di tutti e non aveva internet, una ricca Curia, VT]

Forse però non tutti sentono questa necessità. Probabilmente nei prossimi anni, quando la penuria di sacerdoti obbligherà a un impegno maggiore dei laici, le comunità cristiane vivranno soltanto con un impegno di tutti. Bisognerà trovare nuove modalità, ma una sorta di catechesi permanente per gli adulti dovrà essere messa in campo.

[CzzC: non credo che sarà la penuria di sacerdoti a suscitare un  maggiore impegno dei laici, ma la testimonianza missionaria di sacerdoti e laici alimentati dalla linfa dei tralci uniti alla vite Cristo-Chiesa, maestri di fede più che di dubbio e di piegamento allo spirito del tempo. Non credi?]

Oggi purtroppo non è così. E la confusione aumenta, le parole e i libri si moltiplicano, così come le opinioni. Questo tempo richiede un nuovo approfondimento della fede, un nuovo modo per professarla e trasmetterla senza allontanarsi dalla tradizione.

[CzzC: ti chiedo se ti paresse che aumenterebbe la confusione o diminuirebbe, in chi si fidasse di questa tua guida formativa senza aiuto al discernimento da parte di qualcuno dei suddetti maestri di fede; ti anticipai in premessa che solitamente gli adulti in approfondimento della fede non chiedono più frequenti riunioni di formazione, ma di essere meno confusi da insegnamenti contraddittori: per non peccare di citata allusività detrattiva, documento con un esempio cliccabile qui]

I cristiani del futuro avranno sempre più bisogno di coltivare una fede priva di appoggi esterni, messa in discussione dal pluralismo della società oppure semplicemente ignorata perché giudicata inutile. Sarà necessario trovare il tempo per parlare insieme di fede. E magari un po’ meno di etica, politica e economia.

[CzzC: ti chiedo se non ti paresse che la fede cristiana, a differenza di certa santità asiatica o new age, abbia bisogno di appoggio esterno, alimentandosi con la suddetta linfa più che dalla cultura mondana dominante la società, ancorché questa giudichi inutile per l’homo faber fortunae suae, e perseguiti i tralci attaccati a quella vite, come da sempre accade e come ci predisse di Gesù, mentre milioni di cristiani ancora trovano il tempo non solo per parlare insieme di fede, ma di operare per il bene comune senza nascondere che il motore del loro agire sia l’affezione a Cristo, il che anche occupandosi di etica, politica ed economia, a ciò spronati dalla dottrina sociale del magistero petrino, che si offre educatore della coscienza individuale non contro ma oltre il confronto con la collettività]

 

[CzzC: I presenti commenti e domande, come quelli che formulai nelle tue precedenti lucide analisi VT#15 e VT#17, sottintendono un tentativo di correzione fraterna, ma ti assicuro, caro Piergiorgio, che non vengono da presunzione di verità in tasca, mentre considero il tentativo di correzione sempre reciprocabile, perché di nulla mi vanto se non di essere sempre attenzionato da una grande Misericordia. Un abbraccio fraterno in Cristo. CzzC.]