Vito Mancuso confutato da Enzo Bianchi

 

Invitato relatore nell’incontro del 26/03/20009 a Rovereto dal Centro Bernardo Clesio, Vito Mancuso ha esposto la sua visione circa il valore salvifico della Resurrezione di Cristo, usando fra l’altro le seguenti espressioni:

ž   «Ci sono dei testi evangelici che presentano la salvezza sotto la forma della redenzione ottenuta mediante la morte di Cristo… ma ci sono nei Vangeli altri testi, che non sono coerenti con la teologia della croce di Paolo, che al contrario promettono la vita non alla croce ma alla giustizia… La mia profonda convinzione è che la vita eterna non dipende dalla croce, ma dipende dalla giustizia… Ci sono pagine, secondo me, che attestano come a Gesù di Nazareth questa visione della redenzione - come legata al sangue versato, come del tutto slegata dalle opere della legge - non sarebbe piaciuta molto».

ž   «E quei testi dei Vangeli che presentano la prospettiva paolina? Per es. quando dice che il figlio dell’uomo è venuto per dare la vita in riscatto per molti? E’ probabile che queste parole siano state messe sulla bocca di Gesù dalla comunità cristiana successiva».

ž   «Per secoli e secoli si pensava alla resurrezione… [come] trattato di apologetica:… la resurrezione non era un misterio salvifico, era semplicemente la più grande prova che Gesù aveva dato di se stesso e della verità del suo messaggio».

ž   «Io credo che Gesù sia risorto, l’accetto, mi fido dei testimoni… ma non c’è bisogno della risurrezione di Gesù per dire che la morte non è l’ultima parola».

 

Quand’anche non volessimo mettere le tesi di Mancuso a confronto col Magistero della Chiesa in merito al valore salvifico della Resurrezione di Cristo, leggiamo quanto scrive il 19/04/2009 Enzo Bianchi (riconosciuto «amico da lunga data» da Mancuso), a proposito della tesi in parola che il nostro oratore sostiene in alcuni suoi libri:

ž   «le risoluzioni che propone Mancuso si collocano nello spazio della gnosi… in un approccio simile c’è veramente poco ascolto dei cristiani e della loro fede».

 

Piccato per l’accusa di gnosticismo ricevuta da Enzo Bianchi, Mancuso rafforza il sostegno alle sue tesi il 28/04 su Repubblica:

ž   «La salvezza pensata in dipendenza da un evento storico produce necessariamente la teologia dell'extra ecclesiam nulla salus… Come sostenere la dipendenza della salvezza da una storia particolare? Lo si può fare solo a prezzo di "miserabili artifizi", "salti logici clamorosi"… occorre superare la superstizione della cronologia…; contrariamente… al cristianesimo paolino sostenente la necessità per la salvezza di una rivelazione particolare, io sostengo… che ogni momento della storia è capace di salvezza».

 

Il 03/05/2009 Enzo Bianchi su La Stampa ribadisce:

ž   «L’evento della morte-risurrezione di Gesù per i cristiani è l’unico evento di salvezza, un evento di portata universale: “Cristo è morto per tutti - ricorda il Concilio“ (Gaudium et spes)… Questa visione della storia di salvezza non si nutre di «miserabili artifizi, né di salti logici clamorosi», ma nasce dalla visione consegnataci dall’Antico e dal Nuovo Testamento in cui un popolo marginale, Israele, un ebreo marginale, Gesù, una comunità marginale come la Chiesa non sono una delle storie possibili, ma la storia scelta da Dio per fare alleanza con tutta l’umanità».

 

-------------------------

(1) invitato parimenti dalla Parrocchia di S. Giuseppe, del cui Consiglio Pastorale è membro e coordinatore liturgico-catechetico A.M, alla data Presidente del Centro Bernardo Clesio