Statistica di 15 cause di morte: discernere sulle diverse percentuali di copertura mediatica
rappresentate nel seguente grafico che raffronta i dati forniti da CDC Wonder con la copertura mediatica prestata dal NYT che enfatizza le morti per droga, omicidio e terrorismo, al punto che, secondo qualcuno, provocherebbe una distorsione della realtà percepita.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 2025.11.12; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
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↑2025.10.29 mi permetto di commentare la seguente statistica pubblicata in fb
che l'amico NC commenta così: Cause di morte (arancio) e copertura mediatica (viola) ... Gli omicidi rappresentano 1% delle cause di morte, ma il 42% della copertura mediatica; le morti per terrorismo lo 0,001% e il 18% della copertura. La copertura provoca una distorsione della realtà percepita.
[CzzC: tra le suddette 15 cause di morte non compaiono esplicitamente le cosiddette "morti naturali" che, ovviamente, non fanno notizia per Nyt (e per i similari diffusori di notizie), ma che potrebbero, invece, essere contemplate nel campione statistico usato dal CDC Wonder (Wide-ranging Online Data for Epidemiologic Research) che è un sistema sviluppato dai Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) per fornire accesso a dati di sanità pubblica.
Confido che chi ha stilato il suddetto grafico abbia depurato l'eventuale inquinamento statistico tra chi considera nel campione anche le morti naturali e chi magari non le considera.
Si sa dal primo giorno dei corsi di giornalismo che fa più notizia l'uomo che morde il cane piuttosto che il viceversa, il che è avvalorato perfino dal teorema di Shannon sull'entropia dell'informazione.
La maggior parte delle testate informative cerca di vivere "vendendo" notizie che attirano lettori e quindi pubblicità; sono meno le testate che "vivono" cercando di far intendere ai lettori la "verità delle correlazioni oggettive tra gli accadimenti", verità che è sovente complessa e talvolta dissimulata; vivere così può costare inimicarsi potenti dissuasori che si sentissero disturbati da certe rivelazioni; sovente "paga di più" la vendita di una "verità" che i lettori affezionati alla testata percepiscano confermante la loro presunzione ideologica di verità, il che sarebbe avvalorato anche dalla psicologia della "dissonanza cognitiva". Dal qui derivano il framing, e/o la enfatizzazione-neutralizzazione delle notizie, fino alla censura.
Comunque tanto di cappello ai giornalisti seri che aiutano nella ricerca della verità]