Quali sarebbero le linee guida di Facebook se si considerano violate dal seguente post?
Facebook definisce i suoi community standard rispettosi di tutti gli utenti: ugualmente rispettosi per ogni utente o con rispetto sbilanciato?
Quando Facebook impedisce la pubblicazione di un post inquadrandolo con una cornice e un punto esclamativo rossi, significa che «il post è stato esaminato dagli operatori Facebook che l’hanno segnalato come potenziale violazione delle linee guida della community»; era passata solo una frazione di secondo tra il mio invio e l’apparire della cornice rossa, dal che deduco che non un operatore ma un algoritmo abbia censurato il post.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 2025.07.05; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
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↑2025.07.05 stamane lessi ancora una volta.fb sublimata su Facebook la scoperta di un antico libro greco scomparso, ma che è stato ritrovato tradotto in arabo; osai commentare la ripetizione di tali notizie così:
«vogliamo sperare che la fonte informativa sia indipendente dai finanziatori che promuovono l’immagine di una religione in competizione con altre; vogliamo sperare che, per par condicio, sia raccontato anche che troviamo spesso i testi originali greci oltre alle traduzioni in latino curate dagli amanuensi benedettini, mentre più raramente troviamo gli originali greci dei testi tradotti in arabo: perché? Non sarebbe del tutto infondata l'ipotesi che dopo la traduzione venisse distrutto l'originale, perché era scritto in una lingua considerata "infedele" rispetto alla lingua del Profeta».
Una frazione di secondo dopo aver inviato il post, lo vidi bloccato con cornice e punto esclamativo rossi. Che tipo di intelligenza artificiale avrà informato l’algoritmo di censura? Neutrale o comperata?
Intuendo un po’ la policy del criterio di censura, e sapendo che l’intelligenza artificiale non sa ancora capire bene la sottile ironia, scrissi successivamente il post in un altro modo e stavolta passò, così:
«Non possiamo che essere grati agli amanuensi arabi-islamici che hanno tradotto nella loro lingua gli antichi testi greci, compresi quelli di Aristotele dei quali in Occidente si perse visibilità dopo la traduzione di alcune opere curata da Boezio e si dovette arrivare al XII secolo per conoscere estesamente il grande filosofo attraverso la traduzione di altre opere e commentari, in particolare da parte di Averroè. Se gli arabi non hanno trascritto gli originali in greco, che quindi non abbiamo più, è comprensibile: la scrittura greca è assai diversa dall’arabo, sia per caratteri sia per il verso da sinistra a destra come il latino anziché da destra a sinistra come l’arabo e l’ebraico».
Più tardi osai pubblicare sul mio profilo Facebook un post che includesse sia il primo post censurato sia il secondo lasciato passare con l’aggiunta della seguente domanda:
«pensiamo davvero che siano stati solo petroliferi gli interessi “curati” dal Qatargate/Panzeri, e non anche di immagine dell’islam?».
Facebook impiegò oltre 5 secondi a riflettere se lasciar passare o bloccare tale post: passò; mi spiace per il surplus di energia consumata dagli algoritmi per tale sforzo meditativo.
Una certa G.J. Den commenta il mio post scrivendo che non è affatto vero quello che ho detto circa gli originali in greco che non sono stati trascritti nella lingua originale ma solo tradotti in arabo, con conseguente perdita degli originali greci.