Durante l’estate 1915 cinquemila armeni resistettero sul MUSSA DAGH al genocidio azionato dai GIOVANI TURCHI.
Leggere il bellissimo e tragico libro “I quaranta giorni del Mussa Dagh” sul genocidio armeno per capire di che cosa furono capaci i giovani turchi; stride il negazionismo di Erdogan e quello di altri islamisti.
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Pagine correlate: Metz Yeghèrn, male fisico, barbarie, Ataturk e la turco-massoneria, giudizio, storia, verità, Erdogan; GaRiWo; negazionismo delle persecuzioni di cristiani e pulizia etnica
↑2023.09.28 <avvenire> Radici germaniche del genocidio armeno, della cui tragedia scrisse nel 1933 Franz Werfel con il libro "I quaranta giorni del ". Meno noto è che già dall’Ottocento in Germania - prima dei massacri contro gli armeni perpetrati a fine secolo dal sultano Abdul Hamid II - circolava una pubblicistica periodica e anche una letteratura popolare, di consumo, che dipingeva l’armeno con gli stessi stereotipi usati per gli ebrei. Un campione di questa nefasta pratica fu un long seller dell’epoca, Karl May, il Salgari tedesco. Il saggio di Stefan Ihrig "Giustificare il genocidio" ricostruisce il ruolo di politica e stampa tedesca nel fornire ai turchi la giustificazione del genocidio in Anatolia, dopo il quale nazionalisti tedeschi e nazisti prima negarono e poi «giustificarono» il Genocidio. Un parallelo tra armeni ed ebrei.
↑2020.03.11 <vietp> Il villaggio cristiano siriano di Kessab attende la fine dell’occupazione di Al Qaida di Idlib. La maggior parte degli abitanti di Idlib non è composta dagli originali residenti, che invero fuggirono anni fa all'arrivo dei terroristi, come accadde agli armeni di Kessab che <google> trovarono un primo riparo nella parrocchia armena ortodossa in Latakia; gli armeni di Kessab e quelli di Jebel Musa (Mussa_Dagh), appena al di là del confine, rappresentano ciò che rimane del vecchio Regno armeno di Cilicia, dopo il massacro ad opera dei Giovani Turchi che sterminò 1,2 milioni di persone
↑2017.04.24 <statigenerali>: la montagna degli Armeni, cent’anni dopo il genocidio. Durante l’estate 1915 in cinquemila resistettero su un monte, il Mussa Dagh, prima di essere salvati. Reportage pubblicato dieci anni fa su Diario, al 90° anniversario
↑2005.06.gg <30g> Che ne fu dei quattromila armeni che grazie a un’eroica resistenza sul Mussa Dagh e all’intervento francese sfuggirono al genocidio del 1915? Un destino difficile e contrastato. Marco Tosatti e Flavia Amabile ne hanno ricostruito la storia in un libro. Intervista
↑1909.12.08 <iris.uniTo centrostudimediterraneo>: Nel 1909 i massoni ottomani decisero di fondare un Grande Oriente nazionale, poiché fino ad allora i massoni ottomani erano stati accolti clandestinamente nelle logge dipendenti da Orienti stranieri, essendo proibita ai cittadini dell’Impero la libera associazione. Il Grande Oriente Ottomano, una volta costituito, doveva ottenere il riconoscimento per essere alla pari con altri Orienti stranieri: per perorare la causa nazionale furono inviate delegazioni presso logge massoniche europee: una arrivò in Italia (Presidente Nessib Bey e da Samuel A. Tiano, in rappresentanza della Reale Loggia Madre di Salonicco [CzzC: alla quale si formarono Ataturk e Giovani Turchi prima di genocidare gli Armeni], “Macedonia Risorta”, “Labor et Lux”, “Fazilet”, “Veritas”, “Perseverancia”, e “Philippos”): il 08/12/1909 il Grande Oriente d’Italia accordò il riconoscimento al Grande Oriente Ottomano, decisione affrettata dalla gara con la massoneria di Piazza del Gesù (ALAM) che aveva cercato proseliti tra le logge di Costantinopoli.