Se stiamo andando verso «SCISMI DI FATTO all’interno delle nostre chiese» è colpa degli integralisti cattolici?

sì, secondo don NC, cui mi rivolgo chiedendogli spiegazione di tale accusa.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 2025.06.30; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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2009.03.20 ≈d dalla cattedra della prolusione di Paolo Ricca che don NC aveva invitato a catechizzarci su S. Paolo, lo stesso aveva giudicato così

- «fissare il concetto della comunione e dell’unità come essenziale nella nostra testimonianza di fede, perché spesso, anche all’interno delle nostre comunità cristiane, le diverse posizioni creano divisione, rottura e contrasto a tal punto che fratelli di fede non si comprendono più e questo lo dico non tanto in riferimento alle chiese della riforma, ma lo dico in riferimento all’esperienza pastorale parrocchiale che io vivo qui in mezzo a noi, dove certi integralismi anche cattolici ci stanno portando a degli scismi di fatto all’interno delle nostre chiese, non a quelli storici già consumati, ma a degli scismi di fatto.

- Allora io mi chiedo: forse richiamarci alle radici paoline vuol dire anche richiamarci a questa dimensione della unità e della comunione, dove le diverse opinioni anche all’interno della nostra chiesa non sono una volontà di rompere o di andare oltre o di superare, ma sono la possibilità di avere punti di vista diversi nel rispetto reciproco, dove la legge della libertà e dell’amore si coniugano, non si contrappongono, altrimenti non andiamo da nessuna parte e la nostra testimonianza viene vanificata e quel discorso di essere testimonianza di comunione e di unità per il mondo va su per il camino».

 

[CzzC: a seguito della suddetta pubblica accusa, chiesi a don NC in colloquio privato chi intendesse bollare, all’interno della sua parrocchia, come integralista cattolico fomentante scismi, e chiesi che mi suggerisse fraterna correzione se avesse inteso che quella grave accusa a suoi parrocchiani fosse rivolta anche al mio operare all’interno della parrocchia;

- don NC non puntò il dito contro di me, ma mi spiegò che io appaio come quello che spacca il capello in due, presumendo di avere la verità in tasca: qualche confratello del CPP, oggetto delle mie puntualizzazioni, direbbe di me “sempre il solito censore, il solito con le sue sottigliezze, un rompiscatole, non diamogli più bada”;

- mi dichiarai pronto ad essere corretto, ma per favore mi facesse degli esempi. Nessuno. Per facilitargli la risposta ammisi che anche sul lavoro passavo talvolta per rompiscatole, perché insistevo nel chiedere spiegazione di aspetti non chiari, quando non capivo; mai per aver offeso o per essere stato meno che trasparente; rispetto le persone e la libertà di espressione, ma raramente sto zitto di fronte a contenuti di tali espressioni che trovassi fuorvianti o migliorabili nel merito o nel metodo; ad es. insistevo che gli estensori delle circolari in banca rieditassero meno equivoci i passi che le filiali mi segnalavano non del tutto chiari …

- ammetto che il mio “chiedere cosa intendi” potrebbe essere preso come rottura di scatole da chi fosse chiamato a rispondere, ma trovo che sarebbe alquanto pretestuoso scambiare per censore chi semplicemente chiede esempi per capire. Come quando (msg anche al don per conoscenza) il 29/12/08 chiesi ad NC2 del CCP di darmi alcuni esempi di comportamenti dell’ “istituzione ecclesiastica” passibili delle accuse generiche che scrive sul nostro notiziario settimanale

- a volte è qualche parrocchiano che mi interpella dopo Messa: “Carlo, cosa voleva dire NC2 o don NC con questa frase sul Notiziario?”: se so, rispondo; se no, dico che anch’io non capisco bene e che andrò a chiedere spiegazione;

- ecco, dice don NC, vedi? Perché si fanno capannelli di persone che ti chiedono spiegazioni, perché non vengono direttamente da me? È questo che non capisco;

- gli faccio notare che siamo stati noi del CPP a sostenere essere cosa buona che dopo Messa le persone sostassero in chiesa a parlarsi e dunque chiedo perché costituirebbero problema quelli che chiedono spiegazione a me, e nessun problema quelli che chiedono spiegazione a NC2, NC3, NC4. Non ho anch’io, come altri del CPP, pari dignità di scambiare 4 chiacchiere dopo Messa, interloquendo con chi ci interpella sulla catechesi e portando a te i quesiti cui io non sapessi rispondere compiutamente?]