ultima modifica il 07/01/2021

 

Davide Zordan di ISR-FBK: discorsi del teologo sulla sacralità della vita? “Una disciplina ancora più impalpabile

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Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

[CzzC: trovo singolare la considerazione espressa dal suddetto manager della Parola, stipendiato da un Istituto sostenuto anche da soldi curiali pro linea catechetica adulta e non genuflessa impartita a centinaia di formatori trentini.]

 

 

Trassi da Vita Trentina #22/2012 pag 8

Di Maria Teresa Pontara Pederiva

30 MAG2012

Pag 8: Attualità
La vita spiegata dagli addetti ai lavori

Il Consiglio Pastorale di Povo “sfrutta” le celebrazioni del 100° anniversario della Parrocchia per “aprire” le porte alla ricerca per saperne più. Una “buona idea”, l’ha definita don Andrea Decarli, delegato diocesano per la cultura e l'università, nell’incontro di martedì 29 maggio al Teatro Concordia.

Non un miracolo, perché ne conosciamo l'origine, ma ancora un mistero in quanto non tutto è ancora compreso

Nonostante i dati OCSE indichino una migliore preparazione scientifica degli studenti trentini rispetto al resto d'Italia, è innegabile come si sia ancora ben lontani da una alfabetizzazione diffusa e patrimonio di tutti. Il risultato è che gli scienziati appaiono ai più una sorta di zombie che lavorano attorno ad un oggetto misterioso di cui si conosce poco o nulla.

Mettetevi quindi nei panni di una comunità come quella di Povo, sobborgo sulla collina est di Trento che nel giro di pochi anni ha visto crescere la Facoltà di Scienze MM FF  NN dell’Ateneo Trentino, poi una costruzione imponente come l’IRST – già un ramo dell’Istituto Trentino di Cultura, da qualche anno Fondazione Bruno Kessler – e successivamente la prima porzione del Polo scientifico Ferrari, seguita a ruota dalla seconda che sarà ultimata nel 2013.

Frotte di studenti che, giunti ogni mattina su autobus stracolmi vengono inghiottiti in quelle strutture per ricomparire solo a pomeriggio inoltrato e tornare perlopiù a valle (pochi hanno trovato alloggio in loco). Ma è sul popolo della ricerca che resta quel dubbio: che ci stanno a fare? che lavoro è quello che li assorbe al punto da farsi vedere, perlopiù assorti nei loro pensieri, a comperare un giornale, una piccola spesa in cooperativa, così riconoscibili per quello zainetto che rivela la presenza costante di un computer portatile appresso?

Di qui l’idea del Consiglio Pastorale di Povo – e del Comitato per l’occasione – di “sfruttare” le celebrazioni del 100° anniversario della Parrocchia per “aprire” le porte alla ricerca per saperne più. Una “buona idea”, l’ha definita don Andrea Decarli, delegato diocesano per la cultura e l'università, nell’incontro di martedì 29 maggio al Teatro Concordia. Lasciate da parte astrofisica e nanostrutture, il tema scelto è stato un confronto su una questione che accomuna: “parliamo della vita”.

Ce l'hanno davvero messa tutta i due biologi intervenuti – Paolo Macchi, biologo molecolare, e Alberto Inga, genetista, entrambi direttori di due strutture del CIBIO (Centro Interdipartimentale per la Biologia Integrata) - a spiegare le loro ricerche e far comprendere come, in fin dei conti, stiano lavorando per migliorare la nostra salute. Pensiamo allo studio del cervello, una delle strutture più complesse del corpo - oltre 100 miliardi di cellule nervose – alla ricerca dei meccanismi di apprendimento e memoria, e di conseguenza ritardo mentale e relative cure. O lo studio dei geni, come il p53, un fattore che coordina le risposte cellulari allo stress, definito da due riviste americane “il guardiano del genoma” o “the Cancer Killer” e che potrebbe rivelarsi prezioso per giungere a conoscere qualcosa di più sui meccanismi che inducono il cancro.

Che dire poi dei discorsi del teologo sulla sacralità della vita? “Una disciplina ancora più impalpabile”, come spiegava Davide Zordan del Centro di scienze religiose della FBK, perché tutto è difficilmente misurabile, quasi semplici “chiacchiere”. Per esaurire il dibattito che ne è seguito occorrerebbe – è stato riconosciuto - non uno, ma una serie di altri incontri: si può affermare oggi, come Crick nel '53, di “aver scoperto il segreto della vita”? e ancora “biodiversità” o “unicità” di informazioni? E' sacra la vita umana o qualunque forma di vita, compreso l'intero creato? Quanto la ricerca scientifica è condizionata dai finanziamenti? In collina altri dibattiti sono già in attesa.