ultima modifica il 28/10/2022

 

Perché colletta alimentare e tende?

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Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

 

[CzzC: 16/11/2011 ricevo da colleghi di lavoro di Milano]

 

Per vivere i 2 gesti di carità della Colletta Alimentare (26 novembre) e della Campagna Tende di Avsi, ti invito a tenere presenti l’avviso dato da don Carrón alla SdC del 9/11 e alcuni passaggi del discorso di Papa Benedetto XVI ai partecipanti all’incontro promosso dal Pontificio Consiglio “Cor Unum” (11/11/2011).

 

Carrón: «Sono molte le persone che incontriamo e che rispondono spontaneamente alla Colletta, e anche altre che si coinvolgono per un impeto di generosità e di gratuità. È diventata una caritativa nazionale, quasi il gesto di caritativa del popolo italiano, ma tanti hanno questo impeto e non ne sanno la ragione. Allora, stando insieme durante la Colletta o durante i gesti della Campagna Tende, possiamo testimoniare l’origine, la ragione profonda di questi gesti che ci educano alla carità molto più di mille discorsi, perché le persone possano avere una ragione che renda questo impeto di generosità stabile, perché lo possano capire. Tra l’altro, la situazione di crisi che la realtà ci pone davanti rende ancora più evidente la ragionevolezza di questi gesti, anzitutto per una nostra educazione: dovendo chiedere a chi incontriamo di aiutare altri nel bisogno, possiamo essere più consapevoli di tutto quanto abbiamo ricevuto e riceviamo; e poi possiamo scoprire come questi gesti possono educare un popolo ad allargare l’orizzonte alle necessità di tutti.

Attraverso questi gesti possiamo introdurre anche al fatto che il bisogno che abbiamo è di qualcosa di più grande, e se noi partecipiamo alla Colletta e alle Tende, non è per riempire il vuoto con un gesto generoso che poi ci lascia più scettici di prima, ma è per un pieno su cui siamo poggiati e per la gratitudine di aver trovato la risposta a questo bisogno.

Lasciar perdere questi due momenti educativi per le nostre comunità sarebbe davvero un peccato!»

 

Papa Benedetto XVI: « […] Per i cristiani, il volontariato non è soltanto espressione di buona volontà. È basato sull’esperienza personale di Cristo. Fu il primo a servire l’umanità, diede liberamente la sua vita per il bene di tutti. Quel dono non si basava sui nostri meriti. Da ciò impariamo che Dio dona se stesso a noi. Inoltre: Deus caritas est — Dio è amore, per citare una frase della Prima Lettera di Giovanni (4, 8) che ho scelto come titolo della mia prima Lettera Enciclica. L’esperienza dell’amore generoso di Dio ci sfida e ci libera per adottare lo stesso atteggiamento verso i nostri fratelli e le nostre sorelle: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10, 8). […]

[…] La grazia di Cristo ci aiuta a scoprire in noi stessi un anelito umano alla solidarietà e una fondamentale vocazione all’amore. La sua grazia perfeziona, rafforza ed eleva quella vocazione e ci consente di servire gli altri senza ricompensa, soddisfazione o alcun compenso. Qui vediamo qualcosa della grandezza della vocazione umana a servire gli altri con le stesse libertà e generosità che caratterizzano Dio stesso. Diveniamo anche strumenti visibili del suo amore in un mondo che ancora anela profondamente a quell’amore in mezzo alla povertà, alla solitudine, all’emarginazione e all’ignoranza che vediamo intorno a noi. […]

[…] È questa la natura della testimonianza che voi, in tutta umiltà e convinzione, offrite alla società civile. Sebbene sia dovere dell’autorità pubblica riconoscere e apprezzare questo contributo senza distorcerlo, il vostro ruolo di cristiani consiste nel prendere attivamente parte alla vita della società, cercando di renderla sempre più umana, sempre più caratterizzata da libertà, giustizia e solidarietà autentiche. […]»

La Segreteria Regionale Milano

 

[CzzC 16/11/2011: “Deus caritas est”; affermare il viceversa potrebbe essere fuorviante ...]